La bioenergetica è una tecnica psicocorporea ideata da Alexander Lowen (Lowen A., Bioenergetica, Feltrinelli, 2004) che consente all ‘individuo di tornare ad essere con il proprio corpo, a vivere quest’ultimo nella sua integrità, riscoprendo la naturale unità psicofisica.
La bioenergetica ha quindi un’origine occidentale, ma è in oriente che da secoli si tramandano metodi e tecniche corporee basate sulla ricerca dell’equilibrio e del benessere. Molti esercizi, come quello del radicamento, tipico degli esercizi ideati da Lowen, li ritroviamo ad esempio nella pratica del Qigong o in alcuni passaggi delle forme di Tai Chi Chuan.
Le discipline psicocorporee di natura orientale e non, hanno nel proprio fondamento costitutivo, la comune idea pedagogica di crescita e maturazione del praticante.
Discipline come il Tai Chi Chuan o il Qi gong ( Cen Yuefang, I fondamenti del Qigong, Astrolabio, Roma, 2001) , prima di definirsi come mezzi terapeutici e di prevenzione, si determinano come metodi generati da una profonda riflessione pedagogica, capaci di definire i mezzi educativi, come i gesti e le tecniche di respirazione, al fine di raggiungere specifici obiettivi valutabili in termini di apprendimento, benessere e abilità.
Una buona didattica si basa sull’idea fondamentale che, al centro del processo formativo, deve esserci il soggetto con le sue specificità, le sue problematiche e il suo singolare modo di essere.
Lo stesso vale per le discipline bioenergetiche, nel senso che, continuare a concepirle nella loro ortodossia, senza rispettare i ritmi di maturazione e di apprendimento dell’individuo, non porta al praticante nessun tipo di vantaggio.
Oggi a tutte le discipline sono richieste l’attitudine alla flessibilità, importanti capacità plastiche che consentono alle metodologie di plasmarsi sulle specifiche “misure” psicologiche e fisiche del praticante.
Questo concetto vale anche e soprattutto quando si decide di iniziare i bambini alla pratica delle discipline bioenergetiche orientali.
Il progetto di “Qi Gong Tai Chi” nella scuola primaria di Montelupo Fiorentino
Il progetto è nato da una considerazione di base fondamentale: i protagonisti dell’attività scolastica sono sempre l’attenzione al docente, l’ascolto della lezione, lo star seduti, l’essere attivi nel rispondere alle richieste.
Le discipline bioenergetiche o psicocorporee, invece, pongono l’enfasi sul corpo e sul suo rilassamento anziché sull’intelletto e la tensione; sul movimento anziché sull’immobilità, l’attenzione alle proprie dinamiche interiori, invece che ai suoni esterni.
In pratica si è sentita l’esigenza di dare importanza al corpo, alla gestualità espressiva, al rilassamento psicofisico e alla capacità collaborativa dei membri gruppo classe nella realizzazione di un progetto comune.
Il progetto, coordinato dalla Maestra Laura Salvadori, è stato condotto dal Pedagogista e maestro di sostegno Andrea Guerrini, già istruttore CSEN in discipline bioenergetiche orientali (Qi Gong e Tai Chi), con l’obiettivo, tra l’altro, di favorire la partecipazione e l’inclusione nel gruppo di lavoro, di un bambino compromesso da un punto di vista linguistico e relazionale.
In sintesi abbiamo cercato di far parlare il corpo, in modo che anche i bambini “speciali” potessero trovare il modo di entrare in sintonia con gli altri, attraverso il suono del gesto anziché della parola.
La classe con la quale abbiamo dato vita al lavoro era una quinta; i bambini sono stati suddivisi in gruppi di sei, in modo da gestire meglio la situazione e assicurarsi che tutti avessero capito di cosa si trattasse il progetto.
Già dai primi incontri abbiamo capito che l’argomento non era così semplice da capire ed interiorizzare; chiedere di stare sdraiati e di ascoltarSi, prestare attenzione ai suoni in lontananza, provare a tenere gli occhi chiusi e rilasciare le tensioni muscolari, immaginare colori e situazioni piacevoli, sembrava un’ardua richiesta.
I bambini tendevano a rimanere con gli occhi aperti, attenti e vigili, pronti sempre a domandare: cosa dobbiamo fare?
Ci siamo resi conto che l’impianto scolastico tende a valorizzare molto le risorse cognitive degli alunni (linguaggio, memoria, attenzione, ecc.), ma molto poco viene fatto a livello di coinvolgimento emotivo, di rilassamento psicocorporeo, di autoascolto e verbalizzazione dei vissuti o di libera espressione del sé.
Questo progetto ha aiutato i bambini a capire che la scuola può offrire molto altro, rispetto alle semplici lezioni frontali, consentendo agli alunni di percepirsi come una unità psicocorperea, un tutto integrato indivisibile fatto di percezioni, emozioni, cognizioni e vissuti, collocabili in una realtà dimensionale che oscilla fra due estremi: il senso di benessere e il senso di malessere.
I bambini hanno potuto, in sintesi, riscoprire la propria soggettività, attraverso gli esercizi di respirazione, le tecniche immaginative e il rilassamento, con successivie verbalizzazione di quanto provato, in termini di sensazioni e percezioni.