C’è una linea sottile che rende queste due metodologie così simili all’apparenza, in realtà molto diverse tra loro.
Questa differenza nella Riflessologia Plantare è legata principalmente al risultato che fanno ottenere, ma anche alle manualità utilizzate.
Ma andiamo per ordine.
Per prima cosa occorre specificare che il termine giusto, quando parliamo di riflessologia plantare energetica, è trattamento in quanto non si può parlare di “massaggio”. Un termine più indicato ad altre discipline più affini all’ambito medico, fisioterapico, o estetico.
Partiamo proprio dall’etimologia del termine: il massaggio è un procedimento fisioterapico, curativo o estetico effettuato con le mani o con appositi apparecchi consistente nel trattare il corpo del paziente con pressioni e manipolazioni, riattivando e migliorando le funzioni della circolazione sanguigna, delle articolazioni, dei tessuti, dei muscoli.
Il massaggio include manovre di sfregamento e impastamento, le quali di solito vengono eseguito sul corpo nudo. Si utilizzano spesso olio, crema o talco.
Mentre i trattamenti invece, hanno come fine il corretto fluire dell’energia vitale che le tradizioni orientali definiscono ad esempio come PRANA (India) oppure KI (Giappone).
Nel nostro caso specifico, la Riflessologia Plantare energetica inserisce al suo interno pratiche di riequilibrio energetico, che permettono di raggiungere e mantenere uno stato di piena vitalità, energia e benessere psicofisico.
Va infatti ad agire sui punti di pressione posizionati in tutto il nostro corpo, quelli con una notevole efficacia invece sono nei piedi e nelle mani. Ne consegue il miglioramento dello stato generale della persona.
Il Trattamento permette di intervenire efficacemente anche sul respiro, sugli aspetti psicologici ed emotivi. Tutto ciò agisce con un effetto a cascata su modificazioni biochimiche interne, neurotrasmettitori, sistema ormonale ed immunitario.
Questo permette di partire dai piani esterni ed accessibili per arrivare a quelli profondi, interni, invisibili, riportando così l’organismo ad uno stato di naturale equilibrio e di efficienza.
Arrivati a questo punto, dovremmo aver capito le differenze tra massaggio o trattamento, quando si parla di riflessologia plantare. Ma entriamo ancora di più nel dettaglio.
Il Trattamento si prende cura della persona nella sua interezza, è calibrato e strutturato per alleviare per esempio lo stress e raggiungere un vero benessere. Attenzione: non un rilassamento temporaneo ma una profonda modificazione dei meccanismi radicati.
Un’altra differenza è che in un massaggio rilassante lo scopo è il rilassamento, mentre per un trattamento energetico il rilassamento è il mezzo.
In questo modo il riequilibrio, attraverso i meridiani energetici, permette di far fluire l’energia in modo più armonico in tutto il corpo. Alla fine del trattamento aumentano infatti le percezioni, soprattutto della pianta del piede. Ci sentiamo più stabili, più in equilibrio.
Grazie alla sensibilità acquisita, l’operatore individua con il tocco e la pressione delle mani i punti della pelle e dei muscoli che presentano irregolarità.
Con questa sua capacità l’operatore in una seduta di riflessologia, raggiunge una grande efficacia, che può essere ancora maggiore se il ricevente presta ascolto al proprio corpo e si rilassa completamente.
Articolo a cura di: Laura Martini, Docente Nazionale C.S.E.N. di Shiatsu e Riflessologia.