Partita IVA per tutti (o quasi) dal 1 Gennaio 2022
Il Decreto Fiscale (D.L. 146/2021 – A.C. 3395) approda alla Camera dei Deputati dopo il vaglio del Sentato con novità impattanti anche per il mondo associativo. In particolare l’emendamento che introduce all’art. 5 i commi dal 15 bis al 15 quater, se approvato anche alla Camera, prevederebbe una diversa impostazione dell’IVA per le non profit sconvolgendo, di fatto, l’assetto fiscale unionale fin qui utilizzato.
In particolare si passerebbe da un regime di esclusione iva per le prestazioni di servizi strettamente connesse con la pratica dello sport, rese dalle associazioni sportive dilettantistiche alle «persone che esercitano lo sport e l’educazione fisica» ad un regime di esenzione.
Pensiamo, ad esempio, alle quote versate per la partecipazione a corsi, gare, spettacoli e quant’altro, nonché alla somministrazione di alimenti e bevande.
Cambierà anche l’approccio nei confronti della somministrazione alimenti e bevande nonché per la distribuzione e cessione di periodici e pubblicazioni.
Ciò vorrebbe dire:
- dotarsi di p.iva
- le quote corsi rimarrebbero comunque da non assoggettare ad iva
- solo ODV e APS iscritte nel RUNTS potranno ancora godere del regime in esclusione (quindi no apertura p.iva se si attivano solo attività istituzionali)
- Per le Società sportive non è prevista nemmeno l’esenzione per la corsistica. Per questi enti, pertanto, potrebbe configurarsi un assoggettamento ad IVA anche per le quote supplettive a titolo di corsi
La modifica ha l’obiettivo di fornire una risposta alla procedura di infrazione avviata dalla Commissione Ue nel 2010 nei confronti dell’Italia.
Seguiranno aggiornamenti.