Il Presidente del Centro Sportivo Educativo Nazionale (CSEN), giunto al termine del mandato di Coordinatore Nazionale degli Enti di Promozione Sportiva, ha rilasciato questa intervista
D. Presidente Proietti, un primo bilancio di questa esperienza
R. Sicuramente un’esperienza interessante e costruttiva che mi ha offerto la possibilità di valutare aspetti positivi e negativi dello “stato dei lavori” del variegato mondo dello sport dilettantistico nel nostro Paese; fra gli aspetti positivi, metto al primo posto l’approfondimento dei rapporti umani e di lavoro con i Colleghi degli altri Enti di Promozione Sportiva, con alcuni dei quali ho stretto significativi legami di amicizia e di condivisione dei maggiori problemi che affliggono il movimento sportivo; fra quelli negativi, la scarsa rilevanza assegnata dal CONI, quale Organo supremo dello Sport in Italia, al Coordinamento, considerato un elemento meramente estetico anziché, come avrebbe dovuto essere, sostanziale nelle decisioni che, come noto, vanno ad impattare su migliaia di operatori e milioni di fruitori delle discipline sportive.
D. Ci spieghi meglio.
E’ presto detto: il CONI insiste ad elaborare e a mettere in pratica norme in tema di promozione sportiva, in regime, passatemi il termine, di assoluta autoreferenzialità, inaudita altera parte; si ha, insomma, la netta sensazione che gli Uffici preposti perseguano una politica “federo-centrica” creando una simbiosi Uffici/Commissioni (e qui il mio pensiero, è palese a tutti!, necessariamente, corre a quella fiscale) che ha scontentato tutti finendo per mettere in crisi l’intero sistema sportivo nazionale; voglio essere diretto: “che ce ne frega” di riconoscere fra le discipline sportive il “GO”, forse praticato in Italia da “quattro amici al bar” solo perché riconosciuto da SportAccord ??? (La SportAccord (fino al 2009 GAISF, General Association of International Sports Federations) è un’associazione no-profit che raggruppa Federazioni Sportive Nazionali che fanno capo o meno al CIO, n.d.r.).
Di contro, si lascia fuori lo Yoga, praticato da milioni di persone, e di recente aggiunto alla lista dei Patrimoni orali ed immateriali dell’umanità grazie ad una decisione presa all’unanimità dai 24 membri di uno specifico Comitato intergovernativo dell’Unesco riunitosi per la sua 11/a sessione ad Addis Abeba, in Etiopia, dal 28 novembre al 2 dicembre 2016. Ci rendiamo conto a quali anomalie assistiamo?
Si mettono in crisi migliaia di operatori, Tecnici, Istruttori, Maestri; forse si crede che negando a costoro l’accesso al regime di favore ex art. 67 del TUIR si possa porre fine ai problemi della disoccupazione in Italia e della crisi economica che attanagliano il nostro Paese e per risolvere i quali servirebbero invece provvedimenti semplici, lineari e di immediata comprensione da parte di tutti.
D. Un quadro della situazione che disattende, quindi, le aspettative della “base” alla quale, pare di capire dalle sue parole, gli Enti di Promozione Sportiva cercano, inutilmente, di dare voce.
R. Dirò di più: si cerca di “istituzionalizzare”, di rendere stabile, il convincimento che esista una “superiorità” oserei dire “genetica”, concettuale, culturale delle Federazioni e delle Discipline Associate nei confronti degli Enti di Promozione Sportiva, quasi quest’ultimi rappresentassero il movimento sportivo di serie B, quando invece, è il CONI stesso a dircelo!, la base associativa di chi fa sport è largamente e solidamente appannaggio degli Enti di Promozione, con in testa, come noto, il nostro Ente. Volete un esempio!? Nel tentativo di stipulare una Convenzione con una Disciplina Associata che conta un numero di iscritti pari a quanti ne abbiamo noi in un piccolo Comitato provinciale, ci siamo sentiti rispondere che “prima di procedere alla stipula della Convenzione per l’anno 2017”, sarebbe stato opportuno “acquisire una serie di documentazioni connesse ai punti qualificanti del nuovo modello di Convenzione che costituiranno la base di confronto, ecc. ecc.”
D. Ebbene?
R. Vi invito a pubblicare, in forma anonima, la documentazione che ci viene richiesta (vedi allegato, n.d.r.); nota bene: la Disciplina Associata in questione non si impegna a fare altrettanto, ma pretende di “radiografare” la nostra organizzazione; capite perché parlo di “superiorità”? E’ questa la maniera di fare “sport per tutti”? Ci impongono di passare sotto le “forche caudine” per affermare ciò che in sostanza è un nostro diritto!
D. Come intende, allora lo CSEN, proseguire in questa che pare essere una battaglia solo agli inizi?
R. Di una cosa potete stare certi: non staremo a guardare! Ce lo chiedono quotidianamente le nostre Associazioni, che coraggiosamente e con spirito altruistico proseguono nella loro missione diretta a far sì che i valori dell’Associazionismo si affermino contro tutto e contro tutti; ho personalmente scritto al Dott. Giovanni Malagò, Presidente del CONI, di intervenire in tempi brevissimi; mi ha risposto proprio oggi, 14 luglio, anticipandomi che “alle riunioni programmate per il prossimo 18 luglio, il CONI aveva già inteso istituire una Commissione di Studio, in carica per l’intero quadriennio, allo scopo di monitorare il fenomeno delle discipline sportive, coniugando le esigenze, in taluni casi non omogenee, che promanano dalle finalità dell’Ente Pubblico CONI”; il mio auspicio è che nella nascitura Commissione siano rappresentati gli Enti di Promozione Sportiva; non credo di chiedere molto.
D. Che consiglio si sentirebbe di dare a questa istituenda Commissione di Studio?
R. Ciò che è sotto gli occhi di tutti: negli ultimi anni si è assistito alla nascita ed allo sviluppo di tutta una serie di nuove proposte di attività motorie e sportive, determinate da varie esigenze o finalità (evoluzione tecnologica delle attrezzature, nuove acquisizioni scientifiche del corpo umano, innovazioni regolamentari, necessità socioeconomiche, tendenze, mode, etc.); sapevate, ad esempio, che dal 2003 si disputano i campionati del mondo di chess boxing, sport combinato che mescola la boxe e gli scacchi? Il mondo sportivo, e in particolare quello della ricerca applicata, deve a nostro parere analizzare questi fenomeni senza pregiudizi e/o posizioni preconcette, anzi con curiosità costruttiva, cercando di comprendere le reali esigenze della base; contemporaneamente, deve contribuire a studiarne i vari aspetti per poter codificare in maniera “scientifica” o perlomeno metodologicamente corretta le nuove attività e gli adattamenti di quelle tradizionali. Un modo di affrontare le problematiche in questione è quello di rivisitare in maniera critica le varie proposte di classificazione delle attività motorie e sportive, cercando di verificarne la fondatezza e l’utilità, altrimenti si rischia di buttare il bambino con l’acqua sporca!
D. Un’ultima domanda: riforma del Terzo Settore?
R. Avete già voi, Professionisti di FiscoCsen, messo in rilievo i numerosi punti di criticità e di opacità di alcune norme; navigando in rete si trovano giudizi unanimemente concordi nell’affermare che non sono questi i provvedimenti che il mondo del Volontariato e dell’Associazionismo si attendevano; anche in questo caso, assistiamo a provvedimenti presi da pochi “guru” (non saprei chiamarli altrimenti) che intenderebbero ingessare il sistema associativo anziché snellirlo.
D. Un messaggio, per finire, alle Associazioni affiliate a CSEN.
R. Stiano tranquille; metteremo in campo tutte le nostre energie per salvaguardare la nostra autonomia e per sviluppare quei valori dello “Sport per tutti” che il nostro Ente non ha mai tradito e che saranno, anche per il futuro, al centro della nostra opera e del nostro pensiero.
Roma, 14 luglio 2017
Intervista raccolta da Leonardo Ambrosi, Coordinatore FiscoCsen